Dopo l’edizione dedicata al rapporto tra le arti, Babel si spinge verso terre solitarie, remote o sotto costa, formate dall’erosione o sorte dai vulcani, reali, linguistiche, metaforiche: il 2023 è l’anno di Babel Isole.
Nell’oceano della letteratura e della storia, le isole emergono da sempre come territori sia fisici che mentali: paradisi in cui rifugiarsi o inferni da cui si cerca solo di fuggire, luoghi di preservazione e ibridazione, ideali per innalzare utopie o carceri inviolabili, avamposti da conquistare, puntini di resistenza che non si lasciano sommergere, a volte introvabili come la Rokovoko di Moby Dick “che non è indicata su nessuna mappa” perché “i posti veri non lo sono mai”. Ma le isole sono ovunque: isole di gioia e di tormento, di evasione e reclusione. E se il poeta e chierico John Donne ci ricordava che “nessun uomo è un’isola” è perché ognuno di noi tende a diventarlo.
Babel invita scrittrici e scrittori provenienti dalle isole, o che grazie alla forza magmatica o al lento accumulo delle loro storie hanno creato interi arcipelaghi mai avvistati prima d’ora. E con loro chi ostinatamente e in qualsiasi tempo ne traghetta le parole fino ai porti della nostra lingua.