AARON SCHUMAN


Aaron Schuman è un fotografo, scrittore, educatore e curatore americano che vive nel Regno Unito. Le sue opere fotografiche sono esposte e pubblicate a livello internazionale e fanno parte di collezioni pubbliche e private. Schuman è autore di diverse monografie – tra cui Sonata (MACK, 2022), Slant (MACK, 2019) e Folk (NB Books, 2016) – regolarmente citate nelle liste e nelle recensioni annuali dei migliori libri fotografici dell’anno apparse, tra gli altri, su The Guardian, TIME, Internazionale, American Suburb X, Photoeye, Photobookstore Magazine e Deadbeat Club Press. Oltre al suo lavoro fotografico, Schuman ha contribuito con testi e immagini a molti libri tra cui OK: No Response (2022), Photo No-Nos: Meditations on What Not to Shoot (2021), Aperture Conversations: 1985 to the Present (2018), Another Kind of Life: Photography on the Margins (2018), Alec Soth: Gathered Leaves (2015) e The Photographer’s Playbook (2014); inoltre collabora regolarmente con riviste come Aperture, Foam, Frieze, TIME, Hotshoe, Magnum Online, The British Journal of Photography. Schuman ha fondato e diretto SeeSaw Magazine (2004-2014) ed è professore associato e responsabile del programma MA Photography presso la University of the West of England (UWE Bristol). aaronschuman.com

A Babel: Aaron Schuman ci parla dei suoi libri più recenti, Slant (Mack 2019) e Sonata (Mack, 2022), e del rapporto tra immagine fotografica e parola, centrale non solo nella produzione artistica e letteraria contemporanea ma anche, o soprattutto, nella nostra società in generale. Insieme a Luca Fiore.

Lingua: inglese con traduzione consecutiva in italiano
Traduzione in lingua dei segni a cura della Federazione svizzera dei sordi


Domenica 18.09

TELL IT SLANT

Aaron Schuman
con Luca Fiore

Teatro Sociale
 14:00-15.30


Slant (MACK, 2019)
Se aprissimo il giornale locale della cittadina di Amherst, in Massachusetts, troveremmo una sezione intitolata “Rapporti di polizia” che raccoglie i resoconti succinti e straordinariamente anti-climatici di piccoli crimini, attività sospette, eventi e non-eventi segnalati alla polizia durante la settimana precedente. In Slant, Schuman intreccia una selezione di ritagli da questa sezione del giornale con fotografie realizzate ad Amherst tra il 2016 e il 2018 in risposta alla lettura di quei resoconti involontariamente stralunati. Cominciata con intento ironico, la combinazione leggermente eccentrica di immagini e parole operata da Schuman finisce per far emergere il sostrato d’inquietudine della provincia americana. In Slant, il rapporto tra fotografia e testo prende ispirazione dall’artificio prosodico della mezza rima (in inglese ’slant rhyme’, rima obliqua) ampiamente utilizzato nel XIX secolo da Emily Dickinson, la grande poetessa americana che proprio ad Amherst visse la sua intera esistenza. Ma l’obliquità è anche un modo di rapportarsi al mondo e di fare arte, come la stessa Dickinson scrisse in un suo famoso componimento che è anche una dichiarazione di poetica:

Di’ tutta la verità ma dilla obliqua –
Il successo sta nell’aggirare
Troppo brillante per la nostra malferma Delizia
La superba sorpresa del Vero
Come un Fulmine ai Bambini chiarito
Con spiegazioni premurose
La Verità deve abbagliare gradualmente
O tutti sarebbero ciechi –

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