
Rassegna
cineBabel 2022
10.09-10.10
Con Scrivere per vivere | Vivere per scrivere, torna dal 10 settembre al 10 ottobre la rassegna cineBabel curata dai Circoli del cinema di Bellinzona e Locarno. Giovedì 15 settembre alle 21.00, per la consueta serata pre-apertura di Babel, è inoltre prevista al Cinema Forum di Bellinzona la proiezione di THE WALK di Giovanni Maderna, tratto dal racconto La passeggiata di Robert Walser, seguita da una conversazione tra il regista e lo scrittore Matteo Terzaghi.
Scrivere per vivere | Vivere per scrivere
Quest’anno Babel si concentra sul rapporto tra la letteratura e le altre arti, quindi è maturata in noi l’idea di proporre una rassegna sulla rappresentazione nel cinema degli scrittori e della scrittura. Tanto più che la stagione, per i Circoli di Bellinzona e di Locarno e per il cineclub del Mendrisiotto inizierà con la proiezione di un documentario su Italo Calvino, in collaborazione con l’Associazione leggere e scrivere, e prevede anche, fino a fine ottobre una scelta dei migliori film tratti dai romanzi di Patricia Highsmith, in occasione dei 100 anni dalla nascita. Quindi due mesi completamente orientati, seppur da angolazioni diverse, sul fertile terreno del rapporto tra il cinema e la letteratura. Il titolo che proponiamo, “Scrivere per vivere | Vivere per scrivere”, vuole suggerire l’urgenza che la scrittura assume per chi la pratica. Si scrive infatti per vivere, non solo e non tanto per una necessità economica, ma soprattutto per dare un senso alla propria vita, e quindi, rovesciando l’assunto, si vive per scrivere. Abbiamo evidentemente dovuto fare una scelta fra i molti film, fiction e documentari, che si sono occupati di rappresentare la vita e l’opera di scrittori o semplicemente di mettere al centro dell’attenzione la pratica della scrittura anche da parte di personaggi non realmente vissuti ma inventati nell’elaborazione di una sceneggiatura, come è il caso per Paterson , che aprirà la rassegna a Bellinzona, o Martin Eden, figura che Pietro Marcello ha tratto dall’omonimo romanzo di Jack London trasponendola nel contesto italiano del Novecento. Fra gli scrittori reali che il cinema ha invece voluto mettere in scena, ritroviamo nei titoli in programma Pablo Neruda (ma in compagnia del postino Massimo Troisi, che grazie a lui scopre il valore della poesia), Truman Capote, Virginia Woolf (protagonista della prima parte di The Hours ma che incombe anche sulle altre due), lo sfortunato John Keats (in Bright Star), lo sceneggiatore hollywoodiano, vittima del maccartismo, Dalton Trumbo, e Patricia Highsmith. Il documentario di Eva Vitija sulla scrittrice americana (che visse nell’ultima parte della sua vita in Valle Maggia e morì a Locarno) fungerà da cerniera tra questa rassegna e quella ottobrina dedicata ai film tratti dalle sue opere, e che invece il Cineclub del Mendrisiotto, non partecipando a cineBabel, ha deciso di anticipare a partire da metà settembre.
Michele Dell’Ambrogio, Circolo del cinema Bellinzona
CIRCOLO DEL CINEMA BELLINZONA
Cinema Forum 1+2
www.cicibi.ch
Martedì 20 settembre, 20.30
IL POSTINO
Michael Radford, in collaborazione con Massimo Troisi, Italia 1994
Martedì 4 ottobre, 20.30
LOVING HIGHSMITH
Eva Vitija, Svizzera/Germania 2022
Documentario su Patricia Highsmith
CIRCOLO DEL CINEMA LOCARNO
GranRex
www.cclocarno.ch
Lunedì 12 settembre, 20.30
IL POSTINO
Michael Radford, in collaborazione con Massimo Troisi, Italia 1994
Lunedì 10 ottobre, 20.30
LOVING HIGHSMITH
Eva Vitija, Svizzera/Germania 2022
Documentario su Patricia Highsmith
Proiezione al Cinema Otello, Ascona
Entrata
Bellinzona: fr. 10.-/8.-/6.-/studenti gratuito
Locarno: fr. 12.-/10.-/8.-/studenti gratuito
I FILM

PATERSON
Jim Jarmusch, USA 2016
Con Adam Driver, Golshifteh Farahani, Barry Shabaka Henley, Chasten Harmon, William Jackson Harper, Frank Harts, Masatoshi Nagase, Brian McCarthy.
Colore, v.o. inglese, st.f/t, 113’
A Paterson, nel New Jersey, l’autista di bus Paterson vive le giornate in maniera monotona, fra le chiacchiere dei passeggeri, le passeggiate serali col suo bulldog Marvin e un bicchiere al bar di Doc, mentre la moglie Laura, specializzata in cupcake, ha velleità di cantante e di interior designer. L’unico suo vero interesse è scrivere poesie, ispirandosi al poeta locale William Carlos Williams; ma un evento inaspettato lo porta di fronte a una scelta.
Jarmusch (anche sceneggiatore) prosegue la sua riflessione sulla contemporaneità raccontando i giorni sempre uguali di un personaggio anonimo, mentre alcuni piccoli “eventi” (da cui non è escluso il cane Marvin) ne squilibrano l’esistenza piatta e uniforme. Se non ci fossero i nomi dei giorni della settimana in sovrimpressione, il tempo sembrerebbe non scorrere mai, cambiano solo le poesie di Paterson (in realtà del poeta Ron Padgett) che lo spettatore legge in sovrimpressione sullo schermo e cambiano i dialoghi dei passeggeri dell’autobus […] ma non cambia il senso di questo ritratto tutto in levare, obliquo, lieve e ironico, che rivendica con bella determinazione il suo statuto anti-epico e anti-spettacolare. Il risultato è divertente e acuto, in nome della libertà e soprattutto dell’imprevedibilità: la vita, anche quella più noiosa e ripetitiva, merita sempre di essere ricominciata.

BRIGHT STAR
Jane Campion, GB/Australia/Francia, 2009
Con Abbie Cornish, Ben Whishaw, Paul Schneider, Kerry Fox, Thomas Sangster, Claudie Blackley.
Colore, v.o. inglese, st. f, 118’
Londra 1818. La ricamatrice Fanny Brawne si innamora del suo vicino, il giovane e squattrinato poeta John Keats, che vive con l’amico Charles Brown in un’ala della loro casa. Dapprima è la madre contraria all’idea che la figlia si fidanzi con un uomo così povero. Ma in seguito tante altre cose allontanano Keats da Fanny: la tubercolosi, l’ostilità di Charles, il rancore verso i critici. Infine, lui morirà a Roma nel 1821, ventiseienne.
Jane Champion, anche sceneggiatrice, torna a una ricostruzione d’epoca per riflettere sulle origini dell’amore romantico, e mostra che se sono gli uomini a inventare le parole per esprimerlo, sono le donne a viverlo. Il giovane genio è visto con gli occhi appassionati di una tipica eroina campioniana, indipendente e molto avanti rispetto alla sua epoca (tra l’altro era nipote di Lord Brummel). Ed è attraverso di lei che lo spettatore ignaro si avvicina a una poesia apparentemente lontana dal nostro mondo. Così il film, che parte con un tono di chiacchiericcio quotidiano, pian piano si innalza, fino a cercare la poesia (l’episodio delle farfalle) e, nell’ultima sequenza, il sublime.

IL POSTINO
Michael Radford, in collaborazione con Massimo Troisi, Italia 1994.
Con Massimo Troisi, Philippe Noiret, Maria Grazia Cucinotta, Linda Moretti, Renato Scarpa, Anna Bonaiuto, Mariano Rigillo.
Colore, v.o. italiana, 113’
Estate 1952: postino ausiliario provvisorio in un’isola del golfo di Napoli, Mario Ruoppolo si trova ad avere come unica persona da servire il poeta Pablo Neruda, lì in esilio. Tra i due crescerà poco a poco una forte amicizia che permetterà a Mario di conoscere la forza della poesia e della fede politica.
L’ultimo film di Massimo Troisi (la cui morte subito dopo la fine delle riprese avvolge la visione del film di una commozione da cui è difficile non farsi “ricattare”) è un tentativo, riuscito solo in parte, di rinverdire la tradizione “alta” della commedia all’italiana in chiave internazionale e anti-hollywoodiana. La rilettura de Il postino di Neruda di Antonio Skarmeta […] sposta l’ambientazione dal Cile all’Italia, alla ricerca di una riflessione sulla nostra storia che finisce in una nostalgia un po’ ambigua […] ma che comunque percorre strade lontanissime dalla volgarità neotelevisiva e dal minimalismo pseudoletterario. È vero che il ritratto di Neruda scivola nell’agiografia, ma Troisi domina e sorregge tutto il film.

THE HOURS
Stephen Daldry, Usa 2002.
Con Nicole Kidman, Julianne Moore, Meryl Streep, Stephen Dillane, Miranda Richardson, John C. Reilly, Jack Rovello, Toni Collette, Ed Harris.
Colore, v.o. inglese, st. it, 114’
Nel 1923, nella campagna inglese, la scrittrice Virginia Woolf cerca di combattere la depressione e di portare a termine il suo romanzo Mrs. Dalloway; nel 1951, a Los Angeles, Laura Brown, appassionata lettrice di Mrs. Dalloway, si interroga sull’infelicità della propria vita, che il marito non vede e il figlio forse intuisce; nel 2001, a New York, l’editor lesbica Clarissa Vaughan, soprannominata dagli amici Mrs. Dalloway, vuole organizzare una festa per un amico poeta che sta morendo di Aids.
Tre storie che si intrecciano, raccontando il senso di oppressione che le donne sperimentano sulla loro pelle. Se la sceneggiatura di David Hare si sforza di rispettare il complesso gioco di rimandi e di incroci del romanzo omonimo di Michael Cunnigham, la regia cerca di restituire il fascino del testo letterario puntando sulle capacità recitative delle tre protagoniste (la Kidman si imbruttisce per assomigliare alla “nasuta” Woolf) e di un cast davvero indovinato, impiegando la fotografia pastosa di Seamus McGarvey e la musica (troppo invadente) di Philip Glass per esaltare queste performance […] Nove nomination e un solo Oscar, alla Kidman come miglior attrice. Orso d’argento a Berlino a tutte e tre le protagoniste, Nicole Kidman, Julianne Moore e Meryl Streep.

CAPOTE
TRUMAN CAPOTE: A SANGUE FREDDO
Bennett Miller, Usa/Canada 2005.
Con Philip Seymour Hoffman, Catherine Keener, Clifton Collins jr, Chris Cooper, Bruce Greenwood, Bob Balaban, Amy Ryan, Mark Pellegrino, Allie Mickelson, Marshall Bell.
Colore, v.o. inglese, st. it, 114’
1959: dopo il successo di Colazione da Tiffany, Truman Capote trova lo stimolo per scrivere dell’efferato assassinio di un’anonima famiglia del Kansas, i Clutter. Con l’amica Harper Lee, supera l’ostilità degli abitanti del posto per i suoi modi affettati e grazie al detective Dewey procede nella propria inchiesta: dopo l’arresto di Dick Hickock e Perry, li intervisterà a lungo in carcere, diventando amico e confidente del secondo, e concluderà quello che diventerà un libro, A sangue freddo, nel 1965, dopo l’impiccagione dei due assassini.
La lunga e tormentata gestazione di uno dei capolavori della narrativa statunitense (che Richard Brooks aveva portato sullo schermo nel 1967 nel film omonimo) non è solo l’occasione per una straordinaria prova d’attore: è soprattutto l’opportunità per riflettere sulle tante contraddizioni della figura dell’intellettuale, che crede di poter dominare la realtà (e l’emotività) con la sua intelligenza e con la sua scrittura e finisce invece per restarne stritolato […]. Straordinario tramite di questo ritratto è Philip Seymour Hoffman, giustamente premiato con l’Oscar per aver saputo restituire perfettamente i tic e le nevrosi del dandy omosessuale, orgoglioso della propria diversità e del proprio ostentato snobismo, e abilissimo nel riprodurre i toni chiocci della sua parlata.

MARTIN EDEN
Pietro Marcello, Italia/Francia/Germania 2019.
Con Luca Martinelli, Jessica Cressy, Vincenzo Nemolato, Carlo Cecchi, Marco Leonardi, Denise Sardisco, Carmen Pommella, Autilia Ranieri, Elisabetta Valgoi, Pietro Ragusa.
Colore, v.o. italiana, st. f, 129’
Dopo aver salvato un giovane da un’aggressione, il marinaio Martin Eden viene invitato a pranzo dalla famiglia del ragazzo e s’innamora di sua sorella Elena, che lo inizia – lui totalmente incolto – ai libri e alla cultura. Per amore, decide di studiare e diventare scrittore, ma il suo percorso sarà irto di difficoltà e dovrà scontrarsi con l’ostilità di chi lo circonda. Ma Martin non desiste e alla fine la sua costanza viene premiata: diventerà un ricco scrittore di successo, anche se la felicità sarà ancora lontana.
Adattando il romanzo omonimo di Jack London, il regista e il suo co-sceneggiatore Maurizio Braucci spostano l’ambientazione dall’America di fine Ottocento all’Italia del Novecento (dove mescola con totale libertà la cronologia) conservando però per il protagonista il ruolo di spartiacque rispetto alla cultura e al suo posto nella società […] Costruito sull’interpretazione magistrale di Luca Marinelli, il film rompe gli schemi del racconto tradizionale per accompagnare lo spettatore in un percorso fatto più di domande che di risposte, di tensioni più che di rappacificazioni, mentre tutt’intorno si agitano i fantasmi del secolo scorso […] Marinelli ha ricevuto la Coppa Volpi per il miglior attore al festival di Venezia, mentre Marcello e Braucci il David per la miglior sceneggiatura originale.

LOVING HIGHSMITH
Eva Vitija, Svizzera/Germania 2022. Documentario su Patricia Highsmith
Colore e bianco e nero, v.o. inglese, st.it, 83’
Basato sugli scritti personali di Patricia Highsmith e sulle testimonianze dei suoi famigliari e delle sue amanti, il film getta nuova luce sulla vita e sull’opera della scrittrice americana che alla fine della sua vita abitò in Valle Maggia per poi morire a Locarno. La scrittrice è celebre in tutto il mondo per i suoi polizieschi, che analizzano con freddezza l’universo umano. Da molti sono stati tratti dei film spesso di alta qualità (Strangers on a Train di Alfred Hitchcock, Plein soleil di René Clément, Der amerikanische Freund di Wim Wenders, Eaux profondes di Michel Deville, The Talented Mr. Ripley di Anthony Minghella, Carol di Todd Haynes…).

TRUMBO
Jay Roach, Usa 2015.
Con Bryan Cranston, Diane Lane, Helen Mirren, Louis C.K. (Louis Szekely), John Goodman, Elle Fanning, Michael Stuhlbarg, Davis James Elliott, John Getz.
Colore, v.o. inglese, st. it, 124’
Lo sceneggiatore più pagato di Hollywood negli anni Quaranta, Dalton Trumbo, sparì da tutti i crediti dei film negli anni Cinquanta perché finito nella “lista nera” dei simpatizzanti comunisti. Accusato di “oltraggio al Congresso” perché non volle rivelare i nomi di altri comunisti, fu condannato a nove anni di galera con altri colleghi e per sopravvivere fu costretto a lunghi anni di lavoro anonimo durante i quali vinse due Oscar che non poté ritirare […], fino a quando Kirk Douglas impose il suo nome sui titoli diSpartacus e Preminger lo volle per Exodus.
La sceneggiatura di John McNamara ricostruisce (a partire dal romanzo di Bruce Cook) uno dei momenti più cupi della storia di Hollywood, quando la Commissione per le attività antiamericane mise alla sbarra decine di professionisti del mondo del cinema allo scopo di smantellare una presunta minaccia sovversiva interna al sistema. E tra i delatori e martiri, Trumbo assurge a figura di riferimento portando allo scoperto l’ipocrisia dell’industria. Divertente tutta la prima parte in cui lui e gli altri della “lista nera” scrivono copioni a raffica per la Monogram di Frank King e toccante il rapporto con la moglie Cleo e la figlia Nikola.