
Rassegna
cineBabel Isole
05.09-11.10
2023
Dal 5 settembre all’11 ottobre torna la rassegna cineBabel curata dal Circolo del cinema di Bellinzona in collaborazione con il Circolo del cinema di Locarno, Luganocinema93 e il cineclub del Mendrisiotto. Giovedì 14 settembre alle 21.00, per la consueta serata pre-apertura di Babel, è prevista al Cinema Forum di Bellinzona la proiezione di L’enigma di Kaspar Hauser di Werner Herzog. Il regista e autore interverrà a Babel sabato 16 settembre alle 16.00 in dialogo con il poeta Fabio Pusterla.
cineBabel Isole
Isole paradisiache, isole infernali, isole reali, isole inventate, isole metaforiche, isole mentali, isole sociali… Cosa vuol dire vivere su, in un’isola? L’isolamento è una gabbia, una condanna, oppure una ricerca, una possibilità? I turisti cercano le isole, gli isolani le fuggono, o ci rimangono, rassegnati o felici. Attorno il mare, bello e pauroso, attorno il mondo degli altri, agognato o incomprensibile. Le isole sono tante, spesso formano arcipelaghi, oppure sorgono solitarie, abitate o deserte, anche in acque dolci. Nella società, in fondo, ognuno vive nella propria isola, solo o con altri suoi simili, che poi si rifugiano nella propria, vicina ma a volte irraggiungibile.
Il cinema non ha mai smesso di ambientare storie su un isola, di crearne altre, di immaginare situazioni di isolamento. Per questo i quattro cineclub ticinesi hanno aderito con entusiasmo al tema proposto quest’anno da Babel e hanno cercato, con non poche difficoltà e anche a costo di dolorose rinunce, di allestire questa rassegna, sicuramente limitata ma, speriamo, sufficientemente in grado di render conto della variegata complessità che il termine “isole” può suggerire. Tredici film, del passato e del presente, scelti da ogni circolo in totale autonomia ma frutto di una assidua collaborazione, accompagneranno e amplieranno i discorsi che gli ospiti di Babel svilupperanno nelle giornate del Festival a Bellinzona dal 14 al 17 settembre.
Il programma prevede incursioni in isole reali, da Lampedusa (con Respiro di Emanuele Crialese) alle Tremiti (con Isole di Stefano Chiantini), da un’isola dimenticata sul Mar Caspio (Ostrov – Lìle perdue di Svetlana Rodina e Laurent Stoop) a quella greca di Castellorizo nel Dodecaneso (Mediterraneo di Gabriele Salvatores); ma anche in altre inesistenti o di ardua collocazione geografica (come nei film di Kim Ki-duk, di Martin Scorsese, di George Ovashvili, di Wes Anderson, di Robert Eggers); e ancora in isole metaforiche (Ariaferma di Leonardo Di Costanzo, Cairo Station di Yusuf Chahin, L’enigma di Kaspar Hauser di Werner Herzog).
Ci auguriamo che tutte queste isole, con i loro abitanti, possano essere occasioni di scoperte al di là dei luoghi comuni che purtroppo spesso le definiscono, e che soprattutto si rivelino come spunti per dei film di qualità. Imbarchiamoci quindi attenti e curiosi. Buone visioni!
Michele Dell’Ambrogio, Circolo del cinema Bellinzona
LUGANOCINEMA93
Cinema Iride
luganocinema93.ch
Ma 05.09 | 20.30
PRIMAVERA, ESTATE, AUTUNNO, INVERNO… E ANCORA PRIMAVERA
Kim Ki-duk, Corea del sud/Germania 2003
CIRCOLO DEL CINEMA BELLINZONA
Cinema Forum
cicibi.ch
gi 14.9 | 21.00
JEDER FÜR SICH UND GOTT GEGEN ALLE / L’ENIGMA DI KASPAR HAUSER
Werner Herzog, Rep. Fed. Tedesca 1974
Nell’ambito di Babel 2023
ma 26.9 | 20.30
CORN ISLAND
George Ovashvili, Georgia/Germania/Francia/Rep. Ceca/
Kazakhistan/Ungheria 2014
CIRCOLO DEL CINEMA LOCARNO
GranRex
cclocarno.ch
Lu 11.09 | 20.30
DAWSON ISLA 10
Miguel Littin, Cile/Brasile/Venezuela 2009
Preceduto alle 18.00 dall’incontro
A mezzo secolo dal golpe cileno
Ve 15.09 | 20.30
CORN ISLAND
George Ovashvili
Georgia/Germania/Francia/Rep. Ceca/ Kazakhistan/Ungheria 2014
Entrata fr. 12.-/10.-/8.-/6.-/studenti gratuito
I FILM

ARIAFERMA
Italia 2021
Con Toni Servillo, Silvio Orlando, Fabrizio Ferracane, Salvatore Striano, Roberto De Francesco
v.o. italiano, colore, 117’
Un vecchio carcere in degrado sta per essere chiuso e i detenuti trasferiti in altre strutture. Ma arriva un contrordine: dodici carcerati e alcuni agenti di custodia dovranno restarci ancora un po’ più a lungo degli altri per problemi burocratici. Diventa quindi necessario gestire in modo nuovo il rapporto tra gli uni e gli altri, perché gran parte dell’edificio è ormai inutilizzabile.
In quelle mura corrose ci sono due microcosmi conviventi e, al contempo, separati dalle sbarre e dai reciproci ruoli. Al centro finiscono per trovarsi l’ispettore Gaetano Gargiulo (Servillo) e il detenuto Carmine Lagioia (Orlando), ma il film è un’opera corale, che punta dritta alla ricerca di una possibilità di comprensione tra i due opposti schieramenti, anche quando questa sembra impossibile.

CAIRO STATION
Yusuf Chahin
Egitto 1958
Con Yusuf Chahin, Hind Rostom, Fahrid Shawqi, Hassan el Baroudi, Naima Wasfi, Abdel Aziz Khalil…
v.o. arabo, st. f/t, bianco e nero, 77’
Qinawi, un vagabondo trentenne, viene assunto come aiutante in un chiosco di giornali della stazione ferroviaria del Cairo e si innamora della provocante Hanuma, che vende abusivamente bibite sui treni ed è infatuata del facchino sindacalista Abu Serib. Quando la donna ne rifiuta le avances, Qinawi cerca di ucciderla, ma accoltella la persona sbagliata…
Il miglior film del prolifico cineasta egiziano e uno dei capolavori riconosciuti della cinematografia egiziana: un melodramma sociale in unità di luogo che coniuga la lezione del neorealismo con le suggestioni del noir americano classico, reso personale dalla propensione alla visionarietà fantastica tipica dell’autore. Un’opera popolare, potente e innovativa che si stacca dalla tradizione del cinema locale di consumo coevo, in cui pure è perfettamente inscritta.

CORN ISLAND
George Ovashvili
Georgia/Germania/Francia/Rep. Ceca/Kazakhistan/Ungheria 2014
Con Iljàs Sal’màn, Mariam Bururisvili, Irakli Samusia…
v.o. georgiano, st. f/t, colore, 100’
Con l’aiuto della nipote, un vecchio contadino costruisce una capanna e semina del granturco su un’isoletta del fiume Enguri. Ma la loro tranquillità verrà rovinata dall’arrivo di un soldato ferito e ricercato.
Siamo ai confini tra la Georgia e l’Abkhazia. Il film è un’allegoria sublime della vita e le riprese sono di un’estrema semplicità, che sottolinea l’asprezza della natura e la sua bellezza. È anche uno straordinario studio psicologico: i due protagonisti scambiano pochissime parole, ma l’intenso legame che hanno con la natura circostante dura finché non sarà perturbato dalle visite improvvise delle guardie di frontiera delle due rive.

DAWSON ISLA 10
Miguel Littin, Cile/Brasile/Venezuela 2009
Con Benjamin Vicuña, Cristian de la Fuente, Pablo Krögh, Bertrand Duarte, Sergio Hernández
v.o.spagnolo, st. it, colore e bianco e nero, 117’
Cile, 1973. Dopo il colpo di Stato di Pinochet, una trentina di leader di Unidad Popular vengono segregati nell’isola di Dawson, all’imboccatura dello stretto di Magellano, sotto la direzione del tenente Labarca: tra loro l’ex ministro delle Miniere Sergio Bitar, che come tutti perderà il proprio nome a favore di una sigla, Isla (cioè baracca) 10. Umiliati, costretti a lavori forzati, sottoposti a interrogatori involontariamente comici, i detenuti trovano la forza di resistere…
Nonostante il punto di partenza documentale (il regista ha sceneggiato l’autobiografia di Bitar), il film evita i facili percorsi identificativi della ricostruzione storica. Nessuna divisione tra “buoni” e “cattivi” (a cui penserà la Storia) ma piuttosto un accorato appello al diritto di ognuno alla propria dignità, raccontando la lotta quotidiana per conquistarsela e meritarsela.

ISLE OF DOGS
Wes Anderson, Usa/Germania 2018
Film d’animazione, v.o. inglese, st. it, colore, 101’
In un futuro non molto lontano, lo spietato Kobayashi, sindaco della città giapponese di Megasaki, ordina che tutti i cani vengano inviati al confino in un’isola deserta perché portatori di una non meglio precisata epidemia, dove finisce anche Spots, il cagnetto del suo nipote dodicenne Atari. Il ragazzino vola nella discarica canina alla ricerca del suo amico a quattro zampe; dopo l’iniziale diffidenza, lo aiutano un gruppo di cani guidato dal leader Capo. Nel frattempo la studentessa americana Tracy Walker vuole rivelare ai media la corruzione di Kobayashi…
Dopo Fantastic Mr. Fox, Wes Anderson torna all’animazione di pupazzi a passo uno per una favola dai chiari intenti tanto ecologisti quanto anticapitalistici, in nome dell’armonia fra razze diverse. Gli scenari sono da fantascienza distopica, fra i set post-apocalittici dell’isola e quelli metropolitani e caotici di Megasaki, la confezione è di grande cura, l’ironia è efficace e i personaggi sono ben delineati.

ISOLE
Stefano Chiantini
Italia 2011
Con Asia Argento, Ivan Franek, Giorgio Colangeli, Anna Ferruzzo, Pascal Zullino
v.o. italiano, colore, 92’
Isole Tremiti. Ingannato da chi lo faceva venire ogni giorno dall’Albania per lavorare, il muratore Ivan si trova senza i soldi per tornare a casa e viene accolto da don Enzo, ex parroco dell’isola colpito da una semiparesi, e da Martina, una ragazza che non parla più dopo aver perso la figlia. La strana convivenza aiuta i tre a tirare avanti, ma la cattiveria degli isolani e l’egoismo di Wilma, la sorella del prete, sono ostacoli insuperabili al sogno di un futuro migliore.
Dopo due prove di genere, il regista distilla una sceneggiatura scritta con Giuliano Miniati, evitando le trappole del facile sociologismo e inseguendo un’autorialità più attenta allo stile che alla comunicazione. Buona prova degli attori a cominciare da Asia Argento, coraggiosamente imbruttita e lontana dai suoi personaggi di “bella & dannata”.

JEDEN FÜR SICH UND GOTT GEGEN ALLE / L’ENIGMA DI KASPAR HAUSER
Werner Herzog
Rep. Fed. Tedesca 1974
Con Bruno S., Brigitte Mira, Walter Ladengast, Hans Masäus, Willi Semmelrogge, Clemens Scheitz
v.o. tedesco, st. it, colore, 109’
Kaspar Hauser, un giovane cresciuto in un’inspiegabile e totale reclusione, compare misteriosamente una mattina del 1828 in una piazza di Norimberga. Il genio poetico di Werner Herzog si confronta con una storia realmente accaduta, riuscendo a farci percepire tutto ciò che inquadra attraverso lo sguardo puro e innocente di chi, pur vivendo da escluso, è in realtà il centro del mondo. Premio speciale della giuria a Cannes nel 1975.

MEDITERRANEO
Gabriele Salvatores
Italia 1991
Con Diego Abatantuono, Claudio Bigagli, Giuseppe Cederna, Claudio Bisio, Gigio Alberti
v.o. italiano, colore, 95’
Nel 1941, una pattuglia dell’esercito italiano viene spedita in un’isola del Dodecaneso: tagliati fuori dal mondo per tre anni, i soldati si dimenticano della guerra e familiarizzano con la gente del posto.
Capitolo conclusivo (dopo Marrakesh Express e Turné) della trilogia generazionale del regista: l’ambientazione negli anni Quaranta è una metafora per parlare ancora una volta dei sogni e delle speranze degli anni Settanta, in versione rigorosamente maschile. Dedicando il film “a tutti quelli che fuggono”, Salvatores vuole tessere un elogio della ribellione. Gradevole, ammiccante ed esile come spesso i film di Salvatores. Sceneggiatura di Enzo Monteleone con più di un debito dal romanzo Sagapò di Renzo Biasion. Assai affiatato il gruppo di attori. Oscar per il miglior film straniero. Girato nell’isola greca di Castellorizo.

MURINA
Antoneta Alamat Kusijanović
Croazia/Brasile/USA/Slovenia 2021
Con Gracija Filipović, Danica Čurčić, Leon Lučev, Cliff Curtis
v.o. croato e inglese, st. f, colore, 92’
Nella loro casa su una rocciosa isola della Croazia, l’adolescente Julija e la giovane madre Nela vivono sotto il dominio del padre-padrone Ante. L’arrivo di Javier, un ricco amico di famiglia con il quale Ante spera di concludere un affare, scombussola le dinamiche famigliari ed esaspera la tensione tra il padre e la figlia, che intravede la possibilità di una vita diversa da quella oppressiva e isolata vissuta fino a quel momento.
Il mare diventa un rifugio per Julija, che sembra sentirsi veramente libera soltanto quando può immergersi e nuotare, ma è anche una barriera che la separa dal mondo esterno e non le permette di sognare un futuro diverso. Con questo primo lungometraggio, premiato a Cannes 2021 con la Caméra d’Or, la promettente regista riesce a mostrare non solo come il tema del maschilismo sia tremendamente attuale, ma anche la forza da parte delle nuove generazioni di reagire e voltare pagina, anche a costo di affondare.

OSTROV – L’ÎLE PERDUE
Svetlana Rodina e Laurent Stoop
Svizzera 2021
v.o. russo, st. f, colore, 92’
Premio del cinema svizzero 2022 per il miglior documentario.
Sull’isola di Ostrov, nel Mar Caspio, gli abitanti sopravvivono grazie alla pesca illegale. Dal crollo dell’Unione Sovietica, lo Stato russo li ha abbandonati a loro stessi. Ivan, pescatore di terza generazione, rischia la vita e la sua libertà ogni volta che esce in mare, ma è convinto che un giorno Putin avrà pietà della loro miseria e li aiuterà.
Ciò che la regista russa Svetlana Rodina e il fotografo e regista svizzero Laurent Stoop mettono in rilievo sono i contrasti che abitano l’isola nel profondo, fra il bisogno di fuggire (ma dove?) e fede profonda nel potere salvifico di Putin, fra scoraggiamento e momenti di forte comunione, dove i sorrisi, gli abbracci e un senso dell’umorismo davvero rinfrescante sopravvivono malgrado tutto. Malgrado le contraddizioni e i misteri che l’isola trasuda, è alla fine il mito identitario d’una Russia inscalfibile che dà la forza a quanti restano di credere ancora nel futuro.

PRIMAVERA, ESTATE, AUTUNNO, INVERNO… E ANCORA PRIMAVERA
Kim Ki-duk, Corea del sud/Germania 2003
Con Oh Young-su, Kim Young-min, Kim Ki-duk, Kim Jong-ho, Ha Yeo-jin
v.o. coreano, st. francesi e tedeschi, colore, 102’
In un eremo in mezzo a un laghetto, un monaco buddista alleva un bambino. Una volta cresciuto, quest’ultimo scoprirà l’amore carnale; e ormai adulto, dopo aver commesso un omicidio, tornerà nell’eremo per riconquistare la pace dell’animo.
Kim Ki-duk mette in scena – in cinque capitoli – una suggestiva parabola sulla ciclicità degli eventi umani: mentre si avvicendano le stagioni, l’esistenza ripercorre lo stesso cammino, dalla violenza all’espiazione. La concezione della vita che ne emerge è pessimista e si ricollega ai film precedenti del regista, molto più duri: sesso e morte sono presenze ineliminabili, e dall’eterno ritorno nessuno sembra trarre una lezione.

RESPIRO
Emanuele Crialese, Italia/Francia 2002.
Con Valeria Golino, Vincenzo Amato, Francesco Casisa, Veronica D’Agostino, Emma Loffredo, Elio Germano…
v.o. italiano, colore, 90’
Il carattere ombroso di Grazia, che vive con Pietro e i tre figli Marinella, Pasquale e Filippo su un’isola del Mediterraneo, imbarazza talmente il marito da indurre quest’ultimo a farla ricoverare in una clinica a Milano. Aiutata da Pasquale, Grazia si nasconderà in una grotta, mentre tutta la comunità la crede morta in mare.
In un mondo senza tempo e senza coordinate geografiche (anche se il film è stato girato a Lampedusa), la presenza disturbante di una donna che non nasconde i suoi sentimenti finisce per far emergere le contraddizioni – ma anche il fascino – di un Sud fuori da ogni folklore, in cui la violenza va di pari passo con la religiosità, e la passione si intreccia con la repressione culturale. Prova davvero superlativa della Golino.

SHUTTER ISLAND
Martin Scorsese
USA 2010
Con Leonardo Di Caprio, Ben Kingsley, Mark Ruffalo, Max von Sydow, Michelle Williams
v.o.inglese, st. it, colore, 138’
Gli agenti Teddy Daniels e Chuck Aule arrivano nella remota Shutter Island, sede di un tetro manicomio criminale, per indagare sulla scomparsa di una paziente. Il primo, tormentato dai ricordi della moglie morta e dei campi di sterminio nazisti visti quando aveva combattuto in Europa, presto si scontra con gli ambigui medici Cawley e Naehring; e intuisce che in quel luogo si fanno inquietanti esperimenti. Ma quasi nulla è come sembra.
L’adattamento dell’omonimo romanzo di Dennis Lehane era stato pensato per altri registi: Wolfgang Petersen e David Fincher. Scorsese lo eredita e vi porta un’innegabile perizia stilistica. L’inesistente Shutter Island è stata creata fondendo digitalmente luoghi diversi. Confezione di lusso. Robbie Robertson cura una colta colonna sonora con brani di Adams, Cage, Eno, Feldman, Ligeti, Mahler, Penderecki, Scelsi, Schnittke.

THE LIGHTHOUSE
Robert Eggers
USA/Canada 2019
Con Robert Pattinson, Willem Dafoe, Valeria Karamän, Logan Hawkes, Kyla Nicolle, Pierre Richard
v.o. inglese, st. it, bianco e nero, 109’
L’ex taglialegna Ephraim Winslow si reca su un’isola al largo del New England per trascorrere quattro settimane come assistente di Thomas Wake, zoppo e flatulento custode del faro, che però affibbia al giovane i lavori più pesanti, proibendogli di mettere piede nella cabina della lanterna. Mentre sull’isola infuria la tempesta, entrambi finiscono per impazzire e accusarsi a vicenda di qualsiasi cosa…
Curatissimo nell’estetica d’epoca, espressionista nella fotografia e nella recitazione, dialogato nella lingua di Coleridge, il film di Robert Eggers si chiude sempre più nel Kammerspiel, attorno a un faro che è fuso proibito ma anche fallo, oggetto di una lotta di potere tutta maschile, infiammato dall’alcol e ossessionato dal rumore ripetitivo della lugubre sirena per le navi.