MATTEO TERZAGHI


Matteo Terzaghi, nato a Bellinzona nel 1970, ha studiato filosofia, ha scritto Il merito del linguaggio (Casagrande, 2006) e ha realizzato numerose mostre e pubblicazioni insieme al grafico e artista Marco Zürcher, tra cui i libri The Tower Bridge e altri racconti fotografici (Periferia, 2009), Appunti per una grande enciclopedia dello spazio scritta e illustrata senza uscire di casa (Periferia, 2012) e Hotel Silesia (Czytelnia Sztuki, 2013). Presso Quodlibet ha pubblicato Ufficio proiezioni luminose (2013, Premio svizzero di letteratura) e La Terra e il suo satellite (2019).

A Babel: Matteo Terzaghi dialoga con Giovanni Maderna, regista del film The Walk, liberamente ispirato a La passeggiata di Robert Walser.


GIOVEDì 15.09

CINEBABEL
THE WALK (Regno Unito/Italia, 2021, 62 min.)

A seguire
Giovanni Maderna a dialogo
con Matteo Terzaghi

 Cinema Forum
 21:00


THE WALK (62′, Italia, 2021)
“Un mattino, preso dal desiderio di fare una passeggiata mi misi il cappello in testa, lasciai il mio scrittoio o stanza degli spiriti, e discesi in fretta le scale diretto in strada.” Quell’uomo è Lino Musella, alter ego cinematografico di Robert Walser, scrittore svizzero ormai posto accanto a Kafka, Rilke e Musil. Il suo romanzo La passeggiata è la scommessa (vinta) di trascrivere la sensazione del camminare sulla carta. Cento anni dopo, il regista di Cielo senza terra, senza alcuna pretesa di emulazione, scommette di restituire lo stesso piacere attraverso lo strumento del cinema. Il monologo interiore che scorre senza sosta, pagina dopo pagina deve trovare una nuova forma di realizzazione. Il passo cadenzato delle parole che si susseguono, una dopo l’altra, nel romanzo di Walser, acquista una corporeità nell’incedere tutt’altro che spontaneo di Musella. Quasi assomiglia a una danza, eseguita insieme al cineoperatore Robbie Ryan, tra le vie di Roma. “Non abbiamo bisogno di vedere nulla fuori dall’ordinario.” Ci muoviamo in uno spazio-tempo preciso (un’ora), fermandoci solo per qulache rapida commissione: mangiare una pasta aglio-olio e peperoncino, provare un vestito su misura, spedire una lettera piena di rancore. Il movimento è ciò che carica come una dinamo i pensieri del nostro compagno di viaggio ma soprattutto quelli del pubblico. E così il suo dialogo esistenziale, perfettamente descritto nell’opera di Walser e reso altrettanto bene dall’espressività di Musella, diventa anche il nostro.


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