
FRÉDÉRIC PAJAK
Nato in Francia nel 1955, a sedici anni Frédéric Pajak viene ammesso all’Accademia di Belle Arti, ma vi resta solo un semestre, oppresso dalla rigidità dell’ambiente. È l’inizio di un lungo valzer di mestieri che lo porterà negli anni successivi a lavorare come operaio, grafico, cuccettista sui treni notturni, inserviente in un macello industriale. In questi anni conosce la povertà più disperata – arrivando a chiedere l’elemosina tra i boulevard di Parigi – e una solitudine cui riesce a sfuggire soltanto grazie alla scrittura, alla poesia e al disegno. I libri della serie Manifest Incertain, l’impresa letteraria di una vita, intessono esistenze, parole e immagini di grandi figure dell’arte e del pensiero del XIX e del XX secolo. Tradotti in oltre dieci Paesi, dagli Stati Uniti alla Corea del Sud, dalla Russia alla Germania, hanno ottenuto prestigiosi riconoscimenti come il premio Médicis per il saggio 2014 e il premio Goncourt per la biografia 2019, e sono valsi all’autore il Gran Premio svizzero di letteratura 2021.
A Babel: “Da bambino, avrò circa dieci anni. Sogno un libro, fatto di parole e immagini…” comincia così il primo volume del Manifesto incerto di Frédéric Pajak. Gli ci vorrà mezza vita di attraversamenti del “regno del caos” per giungere a un’opera che non ha uguali, in cui il dialogo tra disegno e parola, tra autore e personaggi (Benjamin, Pessoa, Van Gogh, Cvetaeva…) avviene a una profondità generatrice di luce. Con lui, Nicolò Petruzzella, traduttore dei tre volumi del Manifesto apparsi finora in italiano. Con traduzione in lingua dei segni grazie alla Federazione svizzera dei sordi.
Lingua: francese con cuffie per la traduzione simultanea in italiano
Sabato 17.09
